Da quando si erano lasciati, così, senza tante parole, né pianti, né litigi… Marco e Giulia avevano preso due strade diverse, avevano cercato di rinascere, ognuno dalle proprie ceneri, proprio come avrebbe fatto una fenice. Piccoli grandi passi per Marco, che era riuscito a far pubblicare i suoi racconti da una piccola casa editrice, grandi soddisfazioni per Giulia, ormai realizzata nel lavoro;
Era lunedì, e Marco odia il lunedì; soprattutto quel particolare lunedì, ancora più maledettamente odioso di qualsiasi altro. Nessun altro giorno, in nessun altro tempo, luogo, strana dimensione… sarebbe potuto sembrare più triste agli occhi di Marco; si ferma a guardare le foglie cadere dagli alberi, cercando di non pensare più all’anniversario; quel maledetto lunedì era lo stesso giorno in cui lui e Giulia avevano per la prima volta incrociato gli sguardi, avevano capito in un nano secondo il mondo di fantasia, divertimento e tenerezza che avrebbero creato insieme;
Marco non riesce ad alzarsi da quella sedia, si sente come se avesse radici che vanno sotto il pavimento, impedendogli di muoversi;
Giulia, sdraiata nella chaise longue colorata, riprende dalla mensola un vecchio album di fotografie… il viaggio in Colombia, Marco alla presentazione del suo racconto con Giulia che sorride guardondolo, quella cena in cui avevano mangiato senza posate e ridevano come matti perché erano tutti sporchi, il concerto dei Muse e tanti.. troppi altri ricordi.
Tutti insieme quei ricordi fanno male e Giulia non riesce a trattenere le lacrime; perché è tutto finito, così, senza una vera ragione, se non il perenne desiderio dei due giovani ragazzi di essere sempre alla ricerca di brividi, passioni e emozioni forti… Giulia si interroga su ciò che davvero desidera… che sia davvero Marco l’uomo giusto per lei? Poi prende un quaderno che aveva appoggiato sul tavolino; in quel quaderno lei e Marco scrivevano insieme impressioni, frasi, esperienze interessanti accadute durante la giornata… ad un tratto Giulia si ricorda di quella frase che avevano scritto… esattamente quel giorno di tre anni prima: ” sia che staremo ancora insieme, sia che sarà già tutto finito… in questa data ogni anno ci dovremo incontrare”.
Marco non ha molta memoria… ma le cose belle, quelle si, se le ricorda; allora gli torna alla mente il “quaderno delle lampadine”(uno di quei nomi inventati da lui… per sottolineare il contenuto geniale di ciò che solitamente ci scrivevano); come gli sarebbe piaciuto rispettare davvero quello che avevano appuntato quello stesso giorno di tre anni prima!
Giulia è persa tra i suoi pensieri quando ad un tratto squilla il cellulare; corre verso la camera e si lascia cadere sull morbido letto dalla stupore… “Marco il poeta” è ciò che compare nello schermo del telefonino; aveva ancora salvato il suo numero con quel nome… “oddio è Marco!”